giovedì 1 ottobre 2009

In certi periodi della vita, ci sono certi vuoti dentro di noi che fa presto ad occuparli il primo o la prima che passa...(cit.)


Il treno avanzava indolente sui binari, come chi non ha fretta di arrivare. Maria seduta all'ultimo posto della carrozza vicino al finestrino rovistava nervosamente nella sua borsa , guardando distrattamente il paesaggio, spazientita dalla lentezza del treno. Tra i mille pensieri che affollavano la sua mente, si affacciò il dubbio che forse al suo arrivo non avrebbe trovato nessuno. Rovistando ancora afferrò il cellulare e compose il numero. Niente. Utente non raggiungibile. Gli ultimi dieci minuti sul treno divennero i peggiori della mattinata.

Scese dal treno lentamente, guardandosi intorno, imboccò il sottopasso e si avviò verso l'uscita, facendo appello al suo sangue freddo. Risalendo la scalinata dell'uscita, alzò gli occhi e vide una figura vagamente familiare. Era li.

Mentre abbozzava un sorriso sentì il suo sangue freddo abbandonarla. - Ciao, sei arrivato da molto? Come è andato il tuo viaggio? - un bacio sulle guancie come saluto, e poi l'imbarazzo più totale.

Camminarono fianco a fianco in cerca di un bar per fare colazione, vicini ma senza mai sfiorarsi, seduti ad un tavolo del bar parlarono del più e del meno fumando una sigaretta. Erano le 10.

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Chiusero lentamente la porta alle loro spalle. D'improvviso erano soli con le loro anime tormentate. Maria lo guardò mentre si toglieva l'orologio e lo riponeva con cura sulla scrivania, fu allora e soltanto allora che si rese veramente conto di cosa stava per fare.

Lei buttò distrattamente la borsa in un angolo, lui si tolse con calma scarpe e calzini, lei slacciò i sandali sfilandoli con un tocco veloce, lui si tolse i pantaloni. Erano in piedi l'uno di fronte all'altro. Non era affatto facile pensò Maria, e forse anche lui pensava la stessa cosa. Sparita nel nulla tutta la loro complicità che era stata fino ad allora solo mentale. I loro corpi erano due perfetti estranei.

Fecero l'amore in silenzio, con dolcezza e senza fretta, senza dover dirsi nulla, che nulla avevano da dire, l'uno riempì quel vuoto dell'anima dell'altro. Restarono vicini ,carezzandosi, ora la tensione emotiva era andata e ritrovarono il gusto di star li a parlare di tante cose, come avevano fatto per quasi tre anni.

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Si salutarono alla fermata del bus un bacio sulla guancia. Lui prese il suo aereo e Maria il suo treno. Ognuno tornò alla sua vita. Erano stati soltanto il primo o la prima che passa.


POESIE D'AMORE

Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.
(Pablo Neruda)

Un sordo dolore mi lacera il cuore, il tempo ha il potere di cambiare le carte in tavola, il jolly è passato di mano...